“Si chiama matta non perché sia capace di qualche pazzia, ma per la semplicità colla quale si presta a far la parte di stival che manca in diversi piatti, come vedrete. Spegnete farina con acqua e sale in proporzione e formate un pane da potersi tirare a sfoglia col matterello”. Poche parole dell’Artusi per un impasto super veloce, con pochissimi ingredienti, senza lievito nè grassi, molto digeribile e ideale per preparare focacce, torte e strudel salati. Bisogna essere matti a non provarlo!

Pasta matta dell'ArtusiIngredienti per 4 persone: 400 g di farina, 200 g di acqua (anche frizzante), sale + 4 cucchiai di olio facoltativi

Preparare la classica fontana con la farina e versarci al centro l’acqua, il sale e volendo 4 cucchiai di olio (rendono la pasta più croccante).

Lavorare fino a ottenere un impasto omogeneo ed elastico, aggiustare eventualmente con acqua o farina e lasciar riposare per una mezz’oretta. Stendere l’impasto e farcire a piacere.

Il panetto in foto è diventato un rotolo integrale di farro e grano saraceno farcito con zucchine saltate in padella e stracchino. Mi dicono dalla regia che il giorno dopo era ancora meglio, un motivo in più per replicarlo!

 

Da che mondo è mondo, non c’è pranzo della domenica senza una torta o dei pasticcini, almeno a casa dei miei nonni, come in chissà quante altre case, è sempre stato così. Poi è venuta l’università, Milano e i non pranzi della domenica che ogni settimana mi fanno sentire la mancanza di quell’abitudine antica che ha il potere di riunire tutta la famiglia intorno a un tavolo.

Bignè e pasta chouxL’idea di fare dei bigné mi ronzava in testa da tempo finché ieri non mi sono detta: ma se visto che sono bloccata a casa ci provo? Sarà tanto difficile questa famigerata pasta choux? Beh, la pasta non mi è sembrata difficile come temevo, difficile è stato azzeccare la cottura perché il tempo indicato sulla ricetta di Knam trovata online era drammaticamente sbagliato. Risultato? Un afflosciamento generale con conseguente lancio di anatemi, ma fortunatamente un secondo giro in forno ha risollevato i bignè e il mio umore.

Ingredienti: 5 uova, 150 ml di acqua, 100 ml di latte, 110 g di burro, 155 g di farina, 8 g di zucchero e 3 g di sale fino.

In un pentolino portare a ebollizione latte, acqua, burro, zucchero e sale. Versare sul composto la farina setacciata e mescolare per pochi secondi con un cucchiaio di legno finché non si otterrà una pastella omogenea che si stacca dalla pareti.

Pasta choux e bignèVersare la pastella in un’altra ciotola in modo da interromperne la cottura e aggiungere un uovo alla volta (aspettare che si sia assorbito prima di passare al successivo). Ottenuto un impasto liscio e morbido (assomiglia a una crema molto densa), versarlo in una sac à poche o in una sparabiscotti e formare i bignè su una teglia ricoperta di carta forno.

Cuocere i bignè a 200° C per circa 20 minuti, finchè non saranno dorati. Una volta freddi farcirli con crema a piacere: io ho optato per una tradizionalissima crema pasticcera classica e al cioccolato, in fin dei conti era pur sempre la mia prima volta, no?

A volte la felicità si nasconde in certi pomeriggi di sole quando nell’aria senti che l’inverno sta per finire, quando rubi un paio d’ore al lavoro per dedicarti a qualcosa che ami dimenticandoti di tutto. Giovedì pomeriggio è stato esattamente così, quando insieme a due amiche e blogger speciali ho avuto modo di scoprire l’altra faccia di California Bakery in occasione dell’Open Day per il World Pistachio Day.

Cooking lab di California BakerySì perché da qualche tempo la Bakery più famosa di Milano ha aperto una scuola di cucina nel piccolo store di Piazza San Simpliciano a Brera: 12 postazioni individuali completamente attrezzate e un ricco calendario di incontri programmati da ottobre ad aprile, quando la cucina dello store ritorna operativa al 100% nella veste che tutti i milanesi conoscono.

Gli argomenti? Ce n’è letteralmente per tutti i gusti, l’elenco è lungo e spazia tra i cavalli di battaglia di California Bakery: dalle torte più famose come la Apple Pie, la Carrot Cake, la Red Velvet, l’Original N.Y. Cheesecake e la German Cake, al pane con il Pumpkin Squaw Bread e il Banana Bread alle nocciole, alle preparazioni salate come quella del Perfect Bun & Burger per imparare a preparare un hamburger gourmet cominciando dal pane. E se una lezione monotematica di 2-4 ore non basta? Ci sono le Master class di una giornata per fare una full immersion tra tutte le specialità dell’American Brunch, della pasticceria tradizionale americana, dei dolci al cioccolato, dei pani e lievitati.

Cooking lab di California BakeryA condurre le lezioni ci sono la signora Michela e il suo team che danno il benvenuto ai partecipanti, li muniscono di grembiule e li accompagnano alla postazione individuale già preparata con tutti gli ingredienti e gli utensili necessari.

Da quel momento chef e allievi lavorano fianco a fianco in un clima estremamente cordiale, mentre tra una battuta e l’altra i partecipanti vengono seguiti passo passo nella preparazione. A ricetta ultimata gli impasti vengono cotti al momento e alla fine ognuno riprende la propria creazione e la porta a casa insieme a grembiule e ricetta.

Noi giovedì abbiamo preparato dei muffin al cioccolato bianco e pistacchi in onore della giornata internazionale del pistacchio, ma la mattina dopo a casa non ce n’era più traccia, un vero mistero! Fatto sta che sono tornata a casa dal Cooking Lab felice come una bambina e da giovedì ho una sola domanda in testa: quale sarà la prossima lezione?

 

 

 

Questi panini sono stati amore a prima vista: visti online facendo colazione un venerdì mattina di qualche settimana fa, sono riuscita finalmente a provarli sabato scorso e ci sono piaciuti così tanto da bissarli subito. Come mai? Sono piccoli e morbidi, hanno pochissimo zucchero e olio, profumano di sciroppo d’acero, sono così leggeri da poter essere mangiati tutti i giorni, ma soprattutto non servono mille ore in cucina per prepararli.

Panini al farro con datteri, noci e sciroppo d'acero Ingredienti per circa 20 panini: 200 g di farina 00, 150 g di farina di farro, 150 g di farina integrale, 4 g di lievito secco, 250 g di acqua, 30 g di olio evo, 2 cucchiai di miele, 2 cucchiai di zucchero, 80 g di datteri, 60 g di noci, una punta di cannella e una di sale, sciroppo d’acero.

Preparare in una ciotola gli ingredienti secchi: farine, lievito, sale, cannella e 2 cucchiai di zucchero. Cominciare a impastare aggiungendo i liquidi un po’ alla volta: olio, miele e acqua, lavorando per qualche minuto finché l’impasto non diventerà morbido ed elastico.

A proposito dell’acqua: la ricetta originale ne prevede 300 g, a me entrambe le volte l’impasto era venuto così molliccio da non essere facilmente lavorabile e ho dovuto aggiungere un bel po’ di farina, quindi d’ora in poi metterò meno acqua e al massimo aggiungerò al bisogno (stesso discorso al contrario se l’impasto dovesse risultare secco).

Panini al farro con datteri, noci e sciroppo d’aceroLasciar lievitare 2-3 ore e, quando l’impasto sarà raddoppiato, aggiungere le noci e i datteri sminuzzati. Formare delle palline tutte uguali – credici – e sistemarle distanziandole su una teglia o sulla leccarda ricoperta da carta forno.

A questo punto il dilemma è uno solo: lasciar lievitare di nuovo i paninetti o farli riposare per una notte in frigo e infornarli la mattina dopo? Io ovviamente ho optato per la seconda opzione e stamattina mentre preparavo caffè e tè per la colazione dei Carnaldi li ho cotti a 200° per una ventina di minuti. Appena i panini saranno dorati non resta che spennellarli con lo sciroppo d’acero e servirli da soli o accompagnati da marmellata (per noi rigorosamente bio Rigoni di Asiago), miele, crema alla nocciola, ecc… Avevamo detto colazione sana e leggera, giusto?

PS non ci ho ancora provato perché sono stati spazzolati prima, ma possono essere preparati nel weekend, congelati e scongelati sera per sera per addolcire i risvegli infrasettimanali

Cosa ci si inventa quando il frigo è pieno di arance da smaltire e si ha voglia di un dolce light da preparare in pochi minuti per chiudere una cena senza troppi sensi di colpa? Ci si inventa un budino vegano e gluten free senza uova né latte che altro non è che un biancomangiare, un dolce antico e dal sapore delicato come il suo colore.

Budino all'arancia senza uovaIngredienti per circa 6 monoporzioni: 300 ml di spremuta di arance, 200 ml di latte di mandorle, 50 g di Maizena, 30 g di zucchero, un punta di vaniglia e un pizzico di sale.

Preparare in un tegame lo zucchero, la Maizena, una punta di vaniglia, un pizzico di sale e stemperare con l’aiuto di una frusta versando un po’ di latte di mandorle per volta. Aggiungere la spremuta di arance filtrata e cuocere a fiamma bassa continuando a mescolare finché la crema non si sarà addensata. Bagnare lo stampo o le formine monoporzione (si raffredderanno più velocemente), versarci dentro il composto e lasciar riposare in frigo per un paio d’ore. Tutto qui!

[ndr: Io sono stata parca con lo zucchero perché il latte di mandorla è zuccherato e le arance erano già dolci, nel caso quelle utilizzate siano asprine basta aggiungere un paio di cucchiai di zucchero]

Lo confesso, ho una perversione per muffin e relativi pirottini al punto che sono sempre loro la prima cosa che mi viene in mente quando mi chiedono qual è il dolce del mio cuore. Perché li amo infinitamente di più dei loro cuginetti fashion con glassa? Vai a saperlo, il cuore ha le sue ragioni, no? Sarà la cupoletta tonda, l’impasto morbido e umido, le infinite varianti improvvisate con ingredienti raccattati qui e lì o il fatto che si preparino usando solo 2 ciotole mentre il forno arriva a temperatura, fatto sta che ogni scusa è buona per sfornare muffin: un’amica convalescente da coccolare o una colazione speciale come quella di domani.

Muffin con cocco e lamponiCon o senza fidanzati – anzi tendenzialmente senza – sono sempre stata così fortunata da avere sempre qualcuno con cui festeggiare il mio onomastico facendo così di San Valentino una festa dell’amore tout court. Domani non farà eccezione e San Valentino sarà il pretesto perfetto per iniziare la giornata con le persone che amo di più, facendo quello che amo di più: colazione!

Tutto questo per dire che San Valentino non deve per forza essere un cliché: single VS coppie VS coppie che si danno un tono perché – e vorrei ben vedere – l’amore si costruisce tutti i giorni, blabla. Siamo nel 2015, lo sappiamo tutti, no?

Domani è sabato, la ricetta non è facile, è facilissima e questi muffin si possono preparare il giorno prima o direttamente la mattina perché tanto ci vuole mezz’ora… devo aggiungere altro? Ah, la ricetta, sì!

Processed with VSCOcam with g3 presetIngredienti: 180 g di farina 00 con lievito, 90 g di farina di cocco, una confezione di lamponi, 150 g di zucchero, 65 g di olio, 220 ml di latte, un uovo, un cucchiaino di lievito (o mezza bustina se si usa la 00 classica), una punta di bicarbonato, una di vaniglia e un pizzico di sale.

In una ciotola preparare la farina, il cocco leggermente tostato in padella, il lievito, il bicarbonato, il sale e la vaniglia.

Mentre il forno raggiunge i 180° in un’altra ciotola sbattere l’uovo con lo zucchero, aggiungere il latte, l’olio, rovesciare il composto liquido nella ciotola degli ingredienti solidi e mescolare. Distribuire con l’aiuto di un cucchiaio l’impasto nei pirottini, mettere 2-3 lamponi in ognuno, infornare e lasciar cuocere per una ventina di minuti (come sempre fa fede la prova stecchino). Dimenticavo: se proprio S. Valentino vi dà l’orticaria, sono perfetti anche per S. Faustino!

L’ho già detto che adoro le ricette con la zucca e che sono una fan del contrasto dolce/salato? Se poi parliamo di una ricetta veloce, che vada bene sia come antipasto sfizioso che come contorno, che praticamente si prepara di sola ed è pure leggera… beh, allora è davvero amore a prima infornata. La ricetta l’ho “rubata” dalla Cavoletta che varie vite fa mi ha fatto scoprire il mondo dei food blog, io ho fatto delle piccolissime modifiche con quello che avevo a casa per accelerare ulteriormente i tempi di cottura.

Zucca arrostita al mieleIngredienti: zucca tagliata a pezzi, cipolle di Tropea, aglio, patate, miele, salvia, olio, sale e limone.

Mettere in una teglia ricoperta da carta forno le verdure tagliate a pezzi: zucca e patate (a voi la scelta se tenere o meno la buccia), le cipolle di Tropea e qualche spicchio d’aglio. Spremere un limone, aggiungere al succo 4 cucchiai di miele, rovesciare il mix sulle verdure, cospargere con olio, sale, salvia e rigirare il tutto. Cuocere in forno già caldo a 220° fino a che le verdure non saranno morbide (circa 45 minuti), rigirandole un paio di volte tra una chat di Whatsapp e l’altra. L’avevo detto che era una ricetta facile facile, no?

C’è poco da fare: preparare primi e dolci mi dà una soddisfazione che nessun secondo mi dà, ecco perché dubito che arriveranno mai qui, ma giuro che – purtroppo – non viviamo di carboidrati goduriosi… E se pasta deve essere un primo veloce sia, con pasta fresca, pesce spada e una nota croccante che dà quel nonsoche in più. Tempo impiegato per prepararla: mezz’ora, grado di soddisfazione: maximo.

Spaghettoni con pesce spada, pomodorini e pistacchiIngredienti per 2 persone molto affamate: una confezione di spaghetti freschi, un trancio di pesce spada, pomodorini, pistacchi, aglio, olio, origano e rosmarino.

Far imbiondire 2-3 spicchi di aglio in un filo d’olio, aggiungere i pomodorini tagliati a spicchi, cuocere a fiamma vivace aggiungendo sale e un pizzico di rosmarino. A cottura quasi ultimata, eliminare l’aglio, aggiungere il pesce spada tagliato a tocchetti e terminare la cottura.

Scolare la pasta al dente, tuffare nel sughetto e far mantecare. Impiattare e cospargere con pistacchi tritati e appena tostati.

 

Metti una sera qualunque di febbraio, fuori un po’ nevica, un po’ piove, le idee per la cena latitano, ma in frigo giacciono abbondonati una vaschetta di rape viola, un pezzo di gorgonzola avanzato e dei funghi. Metti che per caso sia la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare e che senza starci troppo a pensare nel giro di pochi minuti sul fuoco ci sia già una zuppa perché c’è bisogno di riscaldarsi. Metti tutto insieme e il risultato è una “non ricetta”, improvvisata su due piedi perché non avevo idea di cosa sapessero le rape viola, dato che le avevo comprate per dei motivi serissimi… il colore! Di cosa sanno? Una via di mezzo tra una patata e il sapore dolciastro del cavolfiore, niente male…

10948666_352129128321265_810419720_nIngredienti: rape viola, funghi, gorgonzola, scalogno, latte, olio, sale e pepe.

Rosolare lo scalogno con un filo di olio, aggiungere le rape viola sbucciate e tagliate a pezzi non troppo grossi, 2 bicchieri di latte (per noi di soia, un avanzo anche lui), sale e pepe. Coprire e lasciare andare, aggiustando con latte e/o acqua se si dovesse asciugare troppo.

A metà cottura aggiungere i funghi, terminare con un pugno di farina se come è capitato a me avete esagerato coi liquidi e il gorgonzola all’ultimissimo minuto. Servire accompagnata da crostoni caldi e via di scarpetta.

Cosa c’è di più versatile e confortevole dei risotti? A casa Carnaldi il risotto va fortissimo, io ho ereditato la mia passione da mia madre, cuoca ben più creativa di me, e poi ho contagiato il mio fidanzato, ehm, marito. Ecco quindi una delle coccole delle nostre serate, improvvisato venerdì sera con quello che c’era sottomano e perfetto per essere inserito nella rubrica delle ricette vegeteriane del lunedì.

10948864_1037780339581901_462626184_nIngredienti per 2 persone: 150 g di riso, una pera, 80 g di gorgonzola, vino bianco, uno scalogno piccolo, zafferano, olio e sale.

Tritare lo scalogno, farlo appassire con un filo d’olio e nel mentre preparare il brodo mettendo in infusione lo zafferano in un pentolino di acqua bollente. Tostare il riso con lo scalogno, sfumare con il vino bianco, regolare di sale, aggiungere un mestolo di brodo e lasciar cuocere aggiungendo altro liquido man mano che si asciuga. Aggiungere le fettine di pera fine cottura e mantecare con il gorgonzola tagliato a dadini. Impiattare e godersi la serata.